Quello che segue è il trailer di un documentario su uno degli uomini verso cui la fotografia ha maggior debito, eppure il suo nome è sconosciuto ai più: Voja Mitrovic.
Basterebbe però dire che si tratta dello stampatore di Henri Cartier-Bresson, o di Joseph Koudelka, ed ecco che tutti lo sentiremmo di colpo molto più familiare, avendo ammirato tante volte, pur senza saperlo, il suo lavoro.
In effetti si è detto tante volte che il leggendario HCB, senza il proprio stampatore di fiducia, quello che in camera oscura si trovava a risolvere puzzles come quello dell'immagine che segue (la foto in questo caso è di Dennis Stock, e lo stampatore Pablo Inirio - fonte Magnum), non avrebbe avuto gli stessi riconoscimenti, e lo stesso si potrebbe dire per tantissimi fotografi che sono entrati nella storia:
In effetti si è detto tante volte che il leggendario HCB, senza il proprio stampatore di fiducia, quello che in camera oscura si trovava a risolvere puzzles come quello dell'immagine che segue (la foto in questo caso è di Dennis Stock, e lo stampatore Pablo Inirio - fonte Magnum), non avrebbe avuto gli stessi riconoscimenti, e lo stesso si potrebbe dire per tantissimi fotografi che sono entrati nella storia:
Il punto cui voglio mirare oggi è che ci sono grandi fotografi, vere leggende di questa arte, che nella propria vita non hanno mai sviluppato un rullo, o, per venire ad oggi, avviato Photoshop. Avere uno straordinario occhio, e una pari sensibilità e cultura, non sancisce in alcun modo una paragonabile sapienza tecnica nella pratica alchemica della camera oscura, o chiara che sia; questo è un concetto che un tempo stentava a passare, e se molti maestri della darkroom sono rimasti pressoché sconosciuti, è proprio perché non si reputava conveniente comunicare al grande pubblico che essere fotografo non comprende necessariamente la copertura di tutte le fasi del processo.
Invece è come nel cinema: il direttore della fotografia assiste il regista durante le riprese, come il montatore nell'assemblaggio finale. Entrambi sono fondamentali, e concorrono al successo, e nessuno ruba la scena a nessun altro.
Oggi il mondo della fotografia è come spaccato in due, quasi fosse crollato un ponte: da un lato il digitale ha costretto tutti i fotografi a diventare esperti cromisti e ritoccatori, dall'altro abbiamo delle rocche blindate dove stupide periferiche di stampa hanno solo due opzioni: o aggiustare i livelli in automatico, o trasferire il file su carta come ricevuto, errori e difetti (non desiderati) inclusi. Al fotografo spesso non rimane altra scelta che armare la catapulta e sparare la propria chiavetta USB, incrociando le dita nella speranza di non essere raggiunto da troppi schizzi di olio bollente.
Manca un dialogo, qualcosa di simile a quello che avveniva tra Avedon e il suo stampatore:
Ho fotografato questo cagnolino che attendeva con comprensibile ansia il ritorno del proprio padrone attraverso il vetro chiuso; la foto esportata direttamente dal RAW senza correzioni è scialba e non trasmette minimamente il senso che volevo comunicare:
dopo una opportuna ottimizzazione in Lightroom, un passaggio per Photoshop, una spruzzata di ALCE, e conversione BW con Silver Efex, ecco che l'immagine risponde alle mie finalità espressive:
Chi ha detto però che per avere una foto ben stampata occorra padroneggiare in prima persona tante tecniche, ammesso di disporre del tempo per farlo? Ovviamente questa immagine è solo l'esempio di una delle tante possibili letture di un file; altrettanto ovviamente solo l'autore può agilmente percorrere il tratto di strada dal RAW alla carta, ma ritengo lo stesso che sia possibile mettere a disposizione del fotografo del terzo millennio la competenza nell'editing digitale, come gli stampatori del secolo scorso facevano (e qualcuno fa tuttora) con i propri contemporanei. La spaccatura, il ponte crollato, è tutta qui: per interpretare lo stile e la sensibilità di un autore, così da poter curare lo sviluppo delle sue foto, non è sufficiente avere le sole conoscenze di un tecnico; occorre qualcuno che conosca e pratichi la fotografia, e sappia guidare un altro fotografo, non necessariamente ferrato nelle possibilità tecniche attuali, verso la definizione di un workflow ottimale.
Per queste ragioni Stampadarte di Sante Castignani è da sempre disponibile ad affiancare il fotografo nella ottimizzazione dei files; laddove questo non sia sufficiente, e il fotografo intenda liberarsi totalmente da ogni onere tecnico, da oggi è possibile avvalersi del servizio FROM RAW TO THE PAPER, dove ci prendiamo carico di tutta la fase post-scatto, in modalità da concordare con l'autore. A differenza di altri servizi analoghi (pochi in verità, e di norma disponibili solo nelle grandi città), la nostra sfida è quella di mantenere comunque vincente il fatidico rapporto Q/P.
Sante Castignani